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IL RUMORE SVALUTA LA CASA DEL 20%

Chi vive in una casa di proprietà vicino a un pub o ad una discoteca o nei pressi di una strada trafficata, oltre a scontare la pena di notti trascorse insonni, corre anche il rischio di essere danneggiato nel portafoglio. Gli alloggi “disturbati” dal rumore valgono, infatti, in media fra il 10 e il 20 % in meno rispetto ad altri ubicati nella medesima zona ma lontani da chiasso e schiamazzi. Per venderli occorre inoltre attendere più tempo rispetto agli alloggi silenziosi: non di rado si arriva a superare i sei mesi.

A restituire il “polso del mercato” e indicare una tendenza sempre più marcata, specie nelle grandi aree urbane, è la Patrigest, società del Gruppo Gabetti, specializzata in advisory & valuation, che ha realizzato di recente un’indagine sul tema per conto di Sorgente Rem, la società di servizi di Sorgente Group. La ricerca, condotta su un panel di agenti immobiliari che operano in tutta Italia, si è sviluppata su un doppio livello: da una parte, attraverso un’analisi puntuale effettuata sulle piazze di Roma e Milano dal confronto dei prezzi reali inseriti in 68 atti di rogito; dall’altra, con un’inchiesta portata a termine mettendo a confronto il parere di diversi esperti su tutto il territorio nazionale con un focus sugli immobili di pregio di Roma, Milano e Napoli.
Il risultato di entrambi i punti di osservazione scelti, non riserva sorprese. Il fatto di essere esposto a una fonte d’inquinamento acustico riduce, in modo sensibile, l’appeal di un immobile sia che si tratti di una piccola unità inserita in un grande condominio di periferia, sia che si parli di un appartamento di pregio, nel pieno centro storico di una città.

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