Albissola Marina – Casa Museo Asger Jorn

Nel 1957 l’artista danese Asger Jorn acquistò due edifici e un terreno sulla collina di Albissola Marina, in località Bruciati.

La proprietà, di nobili origini, si trovava in stato di completo abbandono. In pochi anni, con l’aiuto dell’amico albisolese Umberto Gambetta (Berto), Jorn trasformò questo luogo in uno spazio meraviglioso, la cui unità organica e armoniosa fra opere d’arte, natura e architettura lo rendono oggi un’opera d’arte totale unica nel suo genere. Prima di morire, Asger Jorn donò al Comune di Albissola Marina la casa-giardino e le opere d’arte che conteneva, perché venisse utilizzata come museo. Una clausola del lascito prevedeva tuttavia che Berto e la moglie Teresa avrebbero avuto il diritto esclusivo di uso gratuito della casa e del giardino.  All’inizio degli anni 2000 il Comune di Albissola Marina avviò un complesso restauro dell’intero complesso, co-finanziato dall’Unione Europea. Nel 2014, anno del centenario della nascita dell’artista, è stata inaugurata e aperta al pubblico la Casa Museo Jorn.

LE ORIGINI
L’antico quartiere dei Bruciati deve il suo nome alla famiglia che su queste terre, ben coltivate e collegate al mare da una delle più antiche vie di collegamento di Albisola, detenne un marchesato indipendente fino al 1553. Qui visse fino all’età di nove anni Francesco Della Rovere (Papa Sisto IV nel 1471) e nacque Giuliano Della Rovere (Papa Giulio II nel 1503). I due edifici che diventarono la casa e lo studio di Asger Jorn risalgono proprio all’epoca dei due papi, ed alcuni elementi architettonici di pregio rendono plausibile l’ipotesi che appartenessero alla famiglia Della Rovere. La grande vasca al centro della proprietà testimonia l’originario uso agricolo delle terre circostanti: le acque piovane e di scolo confluivano dalla collina attraverso canali sotterranei riempiendo la vasca che serviva poi a irrigare i campi circostanti.

 ASGER JORN A ALBISOLA

Asger Jorn arrivò ad Albisola con la compagna Matie nei primi giorni di aprile 1954 e fu presto raggiunto dai loro quattro bambini: Olga, Martha, Ole e Bodil. Era stato invitato da Enrico Baj e Sergio Dangelo (Movimento Arte Nucleare) perché il contesto intellettuale e umano di Albisola, insieme al clima mite del Mediterraneo, avrebbero potuto giovare alla salute e all’economia precarie di Jorn. Gli alloggi della famiglia di Jorn ad Albisola, prima dell’acquisto di questa casa nel 1957, furono molti: una comoda tenda nei prati del quartiere di Grana, un alloggio a piano terra in Via Isola, nel centro storico, e lo studio di Lucio Fontana a Pozzo Garitta. Grazie al progressivo successo della sua pittura, Jorn poté acquistare inizialmente la casa (lato est) e, poco dopo, l’edificio adibito a studio (lato ovest). Sia gli edifici che il terreno si trovavano in stato di abbandono e di incuria. Con l’aiuto di Umberto (Berto) Gambetta, un abile operaio albisolese, in pochi anni la casa, lo studio e il giardino vennero trasformati in un luogo accogliente, rigoglioso, ricco di vita, di arte e poesia.

TRASFORMAZIONE DI SPAZIO E MATERIA…

Jorn concepiva l’arte e l’architettura come un insieme organico di spazio, forme, colori spontanei, liberi e vivaci in grado di migliorare la vita delle persone e della comunità. Jorn rispettava la natura, gli animali, i bambini e condivideva volentieri con essi e con gli amici i momenti di festa e di relax che alternava al tenace impegno artistico e intellettuale. Ogni opera d’arte o di decorazione all’interno e all’esterno della casa è stata decisa da Jorn. Nel caso dei muretti, dei pavimenti e delle opere edili, la messa in opera veniva affidata a Berto. Le ceramiche, le sculture e i dipinti venivano realizzati direttamente da Jorn e installati con l’aiuto di Berto. Per rivestire i pavimenti esterni, Giovanni Poggi (il torniante della fabbrica San Giorgio dove Jorn lavorava la ceramica) fece arrivare un camion di piastrelle colorate dalle Ceramiche Artistiche di Santa Margherita Ligure. Berto portò, dalla fabbrica in cui lavorava, alcuni grandi isolatori elettrici in ceramica, che Jorn utilizzò come piedistalli per esporre le sue sculture in giardino, o come tavoli sui quali mangiare all’aperto. Berto, aiutato dal nipote Angelo, spianò il terreno, costruì i muretti di contenimento per le terrazze da coltivare, mantenne l’orto, il frutteto e la vigna. Ristrutturò e modificò inoltre gli edifici, rendendoli adatti alle esigenze di Jorn e della sua famiglia.

 

… PER UN’ARTE TOTALE
Agli angoli del giardino, sui muretti, e all’esterno delle porte Jorn fissò sculture antropomorfe e rilievi in funzione apotropaica: per proteggere la casa ed armonizzare le energie della natura con quelle umane. Si noterà infatti che molte delle opere d’arte si trovano agli angoli o vicino alle finestre. Jorn creò per sé e per la sua famiglia un’architettura spontanea, nella quale pittura, scultura, arti applicate e decorative si fondevano, creando un continuum con le forme e i colori della natura. Per questo ogni parte dei muretti, dei pavimenti e degli edifici contiene tracce di interventi artistici, realizzati spesso con materiali e oggetti di recupero: scarti di lavorazione del vetro, del marmo, delle fornaci, piastrelle, pietre di fiume, conchiglie, vasi antichi e, naturalmente, piatti e sculture di Jorn e di suoi amici (specialmente di Eliseo Salino. Alcune sculture esterne sono state restaurate e musealizzate per motivi di conservazione).

 

DOPO JORN
Prima della morte, avvenuta il 1 Maggio 1973, Jorn lasciò in eredità la sua proprietà e le opere d’arte in essa contenute al Comune di Albissola Marina, perché venisse creato un museo per la sua opera e un luogo di residenza per gli artisti. Con una clausola Jorn volle che la casa e il giardino restassero in uso gratuito a Berto Gambetta e a sua moglie Teresa finché fossero stati in vita. Quando Berto e Teresa morirono, venne predisposto e avviato un complesso progetto di restauro, per consentire l’uso del sito come museo e adempiere così alla volontà di Jorn.

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Tratto dal Sito del Comune di Albissola Marina

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