Uno degli obiettivi del mercato libero dell’energia è rendere i consumatori più informati e consapevoli della propria scelta.
Le offerte non mancano dove c’è forte concorrenza, in un sistema liberalizzato; tuttavia sono ci sono vari fattori in gioco da considerare.
Proprio come avviene per gli interessi nella scelta di un mutuo casa, anche nel mercato libero di luce e gas, il peso della bolletta può dipendere dal prezzo fisso o prezzo variabile.
Quale conviene scegliere tra i due? Ecco come muoversi limitando al massimo le incertezze.
Cos’è il prezzo fisso e il prezzo variabile
Il prezzo complessivo dell’energia elettrica è la somma di più componenti. Dai dettagli di una bolletta è possibile risalire alle singole voci, ossia:
- costo materia prima energia (riportato con la sigla PE);
- perequazione (PPE);
- dispacciamento, quindi produzione e rete trasmissione (PD);
- commercializzazione della corrente (PCV);
- altre voci.
Altrettanto complessa è la somma delle voci che determinano il costo finale del gas, che rappresenta un mercato volatile, in parte dipendente dall’andamento e dal rapporto domanda/offerta, dai consumi e dagli scenari geopolitici.
Un contratto per le utenze domestiche a prezzo fisso non prevede variazioni di costo della materia prima luce e della materia prima gas. I costi fissi restano invariati per tutta la durata del contratto sottoscritto.
Quando, invece, scegliamo un’offerta a prezzo variabile (o indicizzato) dobbiamo mettere in conto le oscillazioni del costo della materia prima, che possono avvenire nel corso della durata del contratto.
A questo punto sembra scontato che il prezzo fisso sia meno rischioso e automaticamente conveniente, a causa delle oscillazioni del variabile.
Questo è quello che probabilmente hanno pensato molti italiani, ma la realtà è più complessa.
Conviene una bolletta a prezzo fisso o variabile?
È uno dei primi interrogativi che ci poniamo prima di firmare un contratto di luce e gas in regime di mercato libero. Per rispondere alla domanda, dovremmo ripercorrere i precedenti storici recenti.
Negli ultimi anni, la maggior parte degli italiani ha preferito forniture di luce e gas a tariffa fissa, per effetto dei forti rincari e delle oscillazioni altalenanti di mercato. Tuttavia, già nel 2022, in piena crisi energetica, il ventaglio delle offerte si è ulteriormente ampliato, come accade nel mercato libero, facendo quasi scomparire le offerte a prezzo fisso.
Nel 2023, il 90% di chi è passato al mercato libero ha scelto bollette a prezzo variabile, perché le offerte a prezzo fisso sono decisamente più care rispetto al passato.
In regime di forte concorrenza, alcune aziende potranno permettersi di ridurre i costi per la commercializzazione (PCV) a carico dei consumatori. Per questo, quando si sceglie un’offerta, bisognerebbe valutare attentamente tutte le voci e i costi, non solo la variabilità o la stabilità della materia prima. Una maggiore concorrenza tra società fornitrici dovrebbe spingere al variabile, ma la consapevolezza nella scelta degli utenti è fondamentale anche per il futuro del mercato e le scelte aziendali.
Articolo tratto da “Immobiliare.it”