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Cosa succede quando un immobile è intestato a un defunto?

In caso di decesso del proprietario di una casa, gli eredi devono provvedere a volturare l’immobile a loro nome. Questo procedimento amministrativo si chiama voltura catastale, e serve ad aggiornare la titolarità di un immobile in catasto. Ecco come funziona, e cosa succede quando una casa è intestata a un defunto.

Cosa succede quando muore il proprietario di un immobile?

Dal punto di vista giuridico il decesso di una persona proprietaria di un immobile determina la cessione dell’appartamento. Tuttavia, l’immobile non diventa automaticamente di proprietà degli eredi. Infatti, è necessario avviare la procedura di successione per trasferire la proprietà agli eredi.

La procedura di successione può essere complessa e richiedere del tempo, e deve essere avviata entro 30 giorni dalla morte del proprietario. Entro tali termini, gli eredi devono presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate.

Trascorsi i 30 giorni, senza aver avviato la successione l’immobile risulterà ancora intestato al defunto, perciò gli eredi dovranno presentare la domanda di voltura catastale presso gli Uffici Provinciali – Territorio dell’Agenzia delle Entrate, pagando una sanzione.

Come si fa la voltura catastale

La voltura catastale può essere presentata entro 30 giorni dalla morte del proprietario, se si vuole evitare il pagamento di sanzioni. Oppure, in qualsiasi momento successivo al decesso, ma con il pagamento di interessi e sanzioni.

La domanda di voltura catastale può essere compilata online sul sito dell’Agenzia delle Entrate o presso gli Uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate. In generale può essere presentata in tre modalità:

  • direttamente dagli eredi;
  • tramite un delegato;
  • oppure per posta raccomandata.

Alla domanda devono essere allegati i documenti necessari.

Quali documenti servono per la voltura catastale

Per avviare questo procedimento amministrativo occorrono i seguenti documenti:

  • Dichiarazione di successione presentata all’Agenzia delle Entrate;
  • Atto di notorietà (documento che attesta gli eredi del defunto);
  • Certificato di morte del proprietario;
  • Visura catastale dell’immobile;
  • Codice fiscale e documento d’identità degli eredi.

Quanto costa la voltura catastale

Quando il proprietario di un immobile risulta defunto, e gli eredi (o presunti tali) intendo procedere con la voltura catastale, bisogna sostenere dei costi. In sintesi, occorre pagare:

  • l’imposta di successione (viene calcolata in base al valore dell’immobile e al grado di parentela tra l’erede e il defunto);
  • le tasse ipotecarie e catastali (calcolate in base al valore dell’immobile);
  • gli onorari del professionista (qualora ci si avvalga di un delegato).

I costi della voltura catastale variano a seconda del valore dell’immobile e del grado di parentela tra l’erede e il defunto. In media, per un immobile del valore di 100 mila euro, con unico erede il figlio del defunto, i costi si aggirano sui 5 mila euro:

  • Imposta di successione: 4 mila euro;
  • Tasse ipotecarie e catastali: 500 euro;
  • Onorari del professionista: 200 euro in media.

La voltura catastale è importante perché:

  • permette l’aggiornamento della titolarità dell’immobile in Catasto;
  • concede il diritto di voto nelle assemblee condominiali;
  • apre la strada alla possibilità di richiedere mutui e finanziamenti;
  • consente al Fisco di incassare le imposte e le tasse dovute e relative all’immobile.

Articolo tratto da “Immobiliare.it”

 

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